Marco Manduzio: “Bruto Pomodoro – ArchetipAzioni”

Bruto, all’inizio del nuovo millennio, si inserisce a pieno titolo nell’alveo della sperimentazione e della ricerca al pari di coloro che, agli albori del secolo scorso, diedero una netta virata al corso dell’arte, la quale sino allo sperimentalismo artistico del ‘900 si identificava con la platonica definizione di mimesis, ovvero imitazione e riproduzione del reale.

Raffaella Silbernagl: “Bruto Pomodoro – Anima Mundi”

Le forme che Bruto Pomodoro rende tridimensionali, attraverso il marmo e il bronzo, sono immagini naturali tratte dal microcosmo della cellula, sono per così dire, una rappresentazione poetica ma rigorosa del “mattone della vita”, dell’infinitamente piccolo che allude all’infinitamente grande. Ma sono anche immagini aniconiche altamente significative come alla ricerca di un nuovo linguaggio dotato di segni unici, di semplificazioni mentali quasi calligrafiche, di intrecci raffinati che ricordano le antiche preghiere arabe trascritte in marmo nei chiostri dell’Alhambra, laddove il pensiero astratto si concretizza nella pietra e la pietra stessa si sofferma a recitare le sue lodi al Creatore.

Roberta Semeraro: “Biomorfismi Plastici – Opere di Bruto Pomodoro”

Tutta l’arte di Bruto è un tentativo di cogliere in ogni singolo elemento l’armonia presente in natura. Che la fondamentale unicità dell’universo sia una delle più importanti rivelazioni della fisica moderna è ormai risaputo, ma che questa sia la sola strada per il superamento del dolore e degli affanni dell’uomo, è stato dimenticato. E l’arte di Bruto è un atto d’amore verso ciò che muore e rinasce, realizzato attraverso un percorso di riappropriazione di questi principi originari.

Caterina Zappia: “Bruto Pomodoro: l’astrazione come scelta e necessità”

Come ineluttabile sembra che Bruto attinga dalle proprie conoscenze scientifiche l’elemento principe della propria poetica: la cellula che da inizio alla vita, forma primigenia, caricata di significati mitici sia dall’inconscio individuale come da quello collettivo. La rappresentazione del DNA, archetipo biologico, filosofico e psicoanalitico, idea innata e predeterminata, diviene il nucleo di ogni creazione di Bruto Pomodoro.

Mostre – Exhibitions

1994 Ultramarino, Studio D’Ars, Milano   1995 Bioforme danzanti, Atelier Tersicore per la danza, Milano   1997 Contemplazioni, Palazzo Patrizi, Siena Contemplazioni, Palazzo del Turismo, Riccione Contemplazioni, Galleria Ex Pescheria, Cesena Varianti cromatiche, Galleria Vismara, Milano   1998 Elogi del quadrato e altre opere 1997/98, Galleria d’Arte San Pantalon, Venezia   1999 Visioni geometriche, Spazio d’arte Rapsodia Cafè, Milano   2000 Personale, Atelier Roberto Fenzl, Rimini   2001 Bruto Pomodoro, Fondazione A. Bertoni – Saluzzo Arte 2001, Saluzzo (Cn) Elogi del quadrato – 1998/2001, Chiostro di San Francesco, Sarzana (Sp) Bruto Pomodoro – Elogi del Quadrato -1998/2001, Galleria d’Arte Jelmonistudio, …

Mostre collettive

1994 Dalla Terra con Affetto. Omaggio in onore del “Piccolo Principe”, collettiva itinerante: Scuola Italiana “G. Marconi”, New York – Museo dell’aeronautica “G. Caproni”, Trento – Liceo italiano “L. Da Vinci”, Parigi – Centro culturale “25 – 55”, Roma Dedicate to Candide nel 300° anniversario di Voltaire, Scuola italiana “G. Marconi”, New York Trasformazioni, collettiva a due, Centro Culturale “Bianca e Volta”, Milano 1995 Six Italian Artists Compared, Galleria Spagnolo, S. Diego – California Germinalia, Galleria Solo Arte, Milano 1996 Palcoscenico, Atelier Tersicore per la Danza, Milano Artstrasburgo, Fiera dell’Arte – Galleria Solo Arte, Strasburgo Giovani Artisti Italiani, Galerie Gallium, …

Marcella Coltri: “Ecco il Codice Genetico dell’arte. L’ha scoperto un giovane biologo”

Trentasei anni, una laurea in biologia, un cognome illustre nel mondo dell’arte. Bruto, figlio di Gio’ Pomodoro, comincia ad esporre nel 1991 con una mostra al Museo di storia naturale di Genova. Il titolo è Ultramarino. E’ un ciclo di dipinti popolati da creature fluttuanti nei fondali più profondi della fantasia. La sua espressività, poi, si fa più rigorosa.

Ermanno Krumm: “Bruto, due mondi fusi in una stanza da giochi”

Gli artisti provenienti dalle professioni scientifiche sono numerosi e spesso riconoscibili per certi aspetti della loro produzione. Bruto Pomodoro (Milano, 1961) è biologo e collabora con il Cnr come disegnatore scientifico. Da quando espone, dal 1992, concepisce la propria pittura come l’incontro di due mondi: da una parte, mette in campo strutture ordinate e geometriche (tipiche della sua formazione); dall’altrea, lavora con figure che rappresentano il biologico.

Enzo Dall’Ara: “Il lirismo astratto dell’arte concreta: Bruto Pomodoro”

In occasione della presentazione delle sue più recenti creazioni orafe, Roberto Fenzl ha organizzato nel suo originale laboratorio, sito in via Bertola 35/37 a Rimini, un’esposizione di opere pittoriche di Bruto Pomodoro. L’artista milanese, cresciuto in un ambiente familiare ricco di coinvolgenti fermenti culturali, svolge invero da tempo un suo personale percorso espressivo basato su un’euritmica scansione delle superfici, modulate secondo una netta formulazione astratto-geometrica.

Luciano Meccheri: “Bruto, l’ultimo dei Pomodoro”

“Sull’elogio del quadrato” è il titolo della mostra di pittura che Bruto Pomodoro presenta nel Chiostro di San Francesco a Sarzana, fino a domani. Figlio di Gio’ e nipote di Arnaldo, Bruto è riuscito a emergere, trovando una sua precisa collocazione nel panorama degli astrattisti, con un percorso artistico fatto di ricerca e di colore. Con studi classici e una laurea in biologia Bruto Pomodoro si è dedicato al disegno scientifico, collaborando con il Cnr e con importanti musei di storia naturale.